IL RARO FRANCOBOLLI DA 1 COR. OCRA SOVRASTAMPATO “FRANCO 55”, SU CARTA “A”.

17/04/2022 EMOROSO OLIVIERO Emissioni

IL RARO FRANCOBOLLI DA 1 COR. OCRA SOVRASTAMPATO “FRANCO 55”, SU CARTA “A”.


Un amico sta da qualche tempo cercando, con scarso successo, un raro francobollo di Fiume emesso il 24.12.1919: si tratta del valore da una corona, di colore ocra stampato su carta scadente e grigiastra, c.d. carta tipo “A”, sovrastampato “FRANCO 55”.


Si tratta di un pezzo quotato 1800,00 euro linguellato, 4.500,00 con gomma integra e £.3.250,00 usato. Penserete: non si tratta poi di un pezzo irraggiungibile; basta essere disposti a pagarlo il giusto. Fate una piccola ricerca di mercato e vi accorgerete che l’offerta potrebbe facilmente premiare i vostri sforzi. Ne troverete diversi, sia proposti on line, sia su cataloghi di rinomate case filateliche a vari prezzi, alcuni davvero convenienti, poche, anzi, pochissime centinaia di euro l’uno. Per di più risultano muniti di certificati di un notissimo perito filatelico, risalenti agli anni novanta.


Le sorprese inizieranno quando sottoporrete il pezzo all’esame di uno specialista del settore fiumano: scoprirete di aver acquistato, per alcune centinaia di euro, esemplari in carta C e non in carta A.


Ciò mi porta a due considerazioni preliminari: in primo luogo il valore di cui si tratta è veramente molto raro; in secondo luogo tutti i periti, anche i più rinomati, dovrebbero avere l’umiltà di astenersi dal periziare quel materiale che conoscono poco e sul quale non posseggono una reale specializzazione. Dovremmo, insomma, prendere esempio dalla Germania, dove si diventa periti per settore di competenza.
Il problema, infatti, sta nel riconoscere la c.d. carta tipo “A”.


Non è sufficiente, infatti, guardare superficialmente la tonalità della carta. Esistono carte lisce e compatte c.d. tipo “C” più o meno bianche, alcune facilmente confondibili con quelle porose e grigiastre, di bassa qualità, c.d. tipo “A”.


Spetta ovviamente al perito esaminare l’impasto della carta e verificare che esso contenga i minuscoli corpuscoli non perfettamente amalgamati nelle carte più lisce e compatte, anche se di colore leggermente più scuro del normale. La differenza di valore per le il collezionista è, infatti, notevolissima da poche decine ad alcune migliaia di euro, mentre per il perito, a parte la figuraccia, sussiste un problema di responsabilità.


Non so se alcune immagini potranno chiarire a dovere la comprensione di quanto ho segnalato, ma ci proverò egualmente.


In primo luogo posto l’immagine recto e verso di una splendida quartina in carta “A” (fig. 1 e 2), un pezzo di eccezionale rarità; segue quella di un pezzo con carta molto scura ma, comunque, differente dalla carta “A” (fig. 3) ed infine quella di due normali pezzi in carta “C” bianca, compatta e di buona qualità (fig. 4), fotografati uno al recto ed uno al verso.


Un’immagine, per quanto nitida, non equivale ad un esame diretto e quindi è probabile che le differenze non siano facilmente percepibili. Proverò quindi a postare anche un particolare della carta A, evidenziando alcuni dei piccoli corpuscoli non perfettamente amalgamati nella stessa.


La raccomandazione, comunque, è di sottoporre sempre francobolli di questo genere a preventivo esame di un perito specialista del settore; con una spesa di poche decine di euro potreste risparmiarne alcune centinaia.