In memoria di Francesco Carlotto
Inizia oggi la pubblicazione di questa sintetica opera sulla prefilatelia della città di Fiume. Essa, pur arricchita di notizie tratte da diverse fonti e dall’osservazione di materiale da me reperito, è basata in gran parte sull’ampio lavoro dello studioso Francesco Carlotto, scomparso nel 2012.
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Nell’antichità il servizio postale non esisteva. Le comunicazioni ufficiali delle autorità erano garantite con messaggeri. Nel 400 i cittadini, tra gli obblighi civici, avevano quello di farsi nunzi e portatori dei messaggi dei Comuni. I privati dovevano aspettare l’occasione di qualcuno che si recasse nel luogo dove dovevano spedire la loro missiva o, in caso d’urgenza, dovevano trovare un messo lautamente pagato (S. Gigante, “Fiume nel Quattrocento”, ed. Mohovich, 1913).
Già alla fine del XIV secolo la famiglia Tasso gestiva un servizio postale stabile per il Sacro Romano Impero e per i territori asburgici. Fiume, però, si trovava lontana dai grandi itinerari postali, in particolare dalla via Venezia, Gorizia (Gorz), Lubiana (Laibach), Vienna.
Gli Asburgo assunsero il controllo diretto della città di Fiume a partire dal 1466. Nei primi tempi, tuttavia, esso non fu affatto tranquillo, spesso solo nominale. Fiume per un verso si fregiava del titolo di “fedelissima” della Corona d’Austria, essendo impegnata accanto alla stessa nel conflitto senza fine tra Imperatore e Doge, per altro verso era città “autonoma” e per questo doveva far conto sui suoi commerci e traffici marittimi, inclusa un’economia sommersa con Venezia, il nemico.
Nel XVI secolo la città conobbe un periodo di particolare sviluppo economico grazie ai più stretti legami con Laibach (Lubiana) e la Carniola oltre ai commerci di ferro, olio, legna, lana, bestiame e pelli. Dovette, però, anche sopportare le occupazioni venete nel 1508, 1509 e 1511. Inoltre, tra il 1570 ed il 1617 i veneziani mantennero il blocco del Quarnaro. Il blocco marittimo, gli attacchi degli Ottomani, le lotte dei Veneziani con i pirati Uscocchi, unitamente ai conflitti per la successione al trono ungherese, ebbero l’effetto di interromper le comunicazioni sia per terra, sia per mare e determinarono la brusca frenata dell’economia.
Quando l’Arciduca Carlo ereditò dal padre, Ferdinando I, l’Austria Interiore (Innerosterreich) e cioè i possedimenti della Stiria, della Carinzia, della Carniola, del ducato di Goriza, Aquileia e le libere città di Trieste e Fiume, Graz divenne sede di un Intendente Generale delle Poste al pari di Vienna ed Insbruck. Si creò in tal modo una sorta di concorrenza sia nei confronti del corriere di Cracovia, che gestiva il tronco Venezia - Cracovia, sia nei confronti dei Tasso, i quali gestivano il tratto Vienna – Venezia.
Grazie all’intraprendenza dei nobili von Paar, le due linee vennero ben presto assorbite e nel 1584 fu istituita la c.d. Posta di Vienna, servizio funzionante per tutti gli Stati Ereditari Asburgici.
E’ verosimile che a quell’epoca un pedone si recasse abbastanza regolarmente ad Oberlaibach, dove poteva consegnare i sacchi per Gorizia e Lubiana, facendo poi ritorno con il corriere per Fiume. Si trattava della c.d. strada della “Germania”: essa passava da Klana (Clana), Adelsberg (Postumia) Oberlaibach e Lubiana. A Clana una biforcazione consentiva il transito verso Lipa e da qui a Trieste. (v. immagine 01)
Bisogna, però, considerare che Fiume aveva allora modestissime esigenze postali: la popolazione raggiungeva a malapena i 3000 abitanti ed eventuali necessità di comunicazione potevano essere soddisfatte anche affidando al comandante o marinaio di qualche imbarcazione l’incarico del trasporto delle sporadiche corrispondenze.
Alla fine del XVI secolo i tempi furono maturi per lo scorporo della posta degli Stati Ereditari da quella del S. R. Impero E’ a quell’epoca, precisamente al 22 ottobre 1600, che risale forse la prima lettera prefilatelica da Fiume ancor oggi conosciuta. Essa, come riferito da Roy Dehn, risale al periodo delle lotte tra Doge ed Imperatore, durante il blocco veneziano del Quarnaro e contiene una richiesta di aiuto militare immediato al Comandante della guarnigione del Carso, recando nell’angolo sinistro la quadruplice iscrizione latina Cito e Citiss.mo. (v. immagine 02)
Nel 1624 i von Paar erano ormai completamente autonomi rispetto alla rete imperiale dei Tasso. Lubiana aveva assunto un ruolo importante: era diventa centro di smistamento della valigia veneta verso Graz per l’Austria e verso Vienna per l’Impero, mentre crescevano i traffici per la Carniola e Trieste ed anche a Fiume nasceva una “casa postale”, situata presso l’arco Romano.
In essa, che non si poteva ancora considerare un ufficio, modernamente concepito, operò, dal 1686 il Mastro postale Eustachio Babi. Il servizio era limitato alla sola posta – lettera e veniva assolto con frequenza verosimilmente settimanale tramite un pedone o con cavallo somizzato.Nulla si sa circa eventuali tariffe.
Nella seconda metà del XVII secolo, con la fondazione del Collegio dei Gesuiti, aveva preso a migliorare anche il sistema scolastico e la cultura, in particolare quella ispirata alla romanità.
Dal XVIII secolo, poi, anche l’economia ebbe notevole impulso. Il 18.3.1719 Fiume venne dichiarata “Porto Franco” al pari di Trieste
Non è ovviamente casuale che risalgano alla seconda metà del XVIII secolo, quando il traffico postale si stava rafforzando, fruendo di strade più agevoli ed anche l’economia e la popolazione stavano crescendo, le poche corrispondenze private in partenza da Fiume ad oggi note.
Tra queste una lettera per Correggio, via Venezia, affidata, come si legge in calce al testo, ad un non meglio identificato “sig. mercante di Venezia”, a conferma del fatto che era ancora invalsa la consuetudine di affidare la corrispondenza a qualche imbarcazione nel porto o comunque a privati, in luogo di utilizzare i canali postali ufficiali. (v. immagini 03 e 04)
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(immagine 01) Collegamenti postali di Fiume con le grandi vie di posta nei secoli XVI e XVII
(immagine 02) Lettera del 22.10.1600 riprodotta nell’opera di R. Dehn con cui viene richiesto urgente aiuto militare al Comandante la guarnigione del Carso
(immagine 03) Lettera del 7.7.1749 da Fiume affidata al “sig. mercante di Venezia”
(immagine 04) Interno della medesima lettera.