In memoria di Francesco Carlotto
Prosegue la pubblicazione di questa sintetica opera sulla prefilatelia della città di Fiume. Essa, pur arricchita di notizie tratte da diverse fonti e dall’osservazione di materiale da me reperito, è basata in gran parte sull’ampio lavoro dello studioso Francesco Carlotto, scomparso nel 2012.
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Parte I - c
Il 1° luglio1722 l’Austria, cioè lo Stato, assorbe l’azienda postale, pur lasciandone la direzione nelle mani del barone von Paar.
La tassa di porto viene spartita tra mittente e destinatario, nella misura di due carantani ciascuno, seppure preferibilmente riscossa in un’unica soluzione all’arrivo.
Nel XVIII secolo anche a Fiume l’organizzazione del servizio pare più solida. Si ha notizia del succedersi di diversi Mastri Postali, i quali, come dei liberi professionisti sotto controllo dello Stato, lavorano gli effetti postali affidandoli ad un camminatore che li porta a Trieste, a Lubiana lungo la via della Germania, ma anche in Istria, via Volosca e nella Croazia, via Karlstadt (oggi Karlovac). Le spese sono sempre a carico del municipio fiumano, posto che la città è autonoma.
Nel 1750, venne attivata una società di raffinazione dello zucchero, esente da dogana e tassazione, che diede lavoro ad oltre 700 dipendenti, tra fiumani, austriaci e stranieri. Crebbe anche l’attività mercantile marittima e la popolazione aumentò sino a 5000 abitanti.
Nel 1751, sotto il regno di Maria Teresa, il Supremo Mastro di Corte Venceslao von Paar detta le “Istruzioni per i mastri postali” per i territori asburgici, a somiglianza di analoghe disposizioni dei Taxis per l’Impero. Viene, così reso obbligatorio il timbro postale di provenienza. E’ verosimile che alla medesima data possa ascriversi anche l’apertura a Fiume di un vero ufficio postale.
Il primo timbro è il lineare “V: FIUME” in cartella ed i primi usi conosciuti del 1754/1755. (vedi immagine 11).
Il timbro, in verità, è molto raro, in quanto stentò a prendere piede (vedi immagine 12 e 13); nel 1789, poi, l’obbligo dei bolli di provenienza fu abolito, per cui, sino all’occupazione napoleonica non furono più utilizzati bolli.
Spesso il mittente, o l’addetto alla posta, indicava la località di provenienza a penna, consentendo in tal modo di conoscere la provenienza della lettera. (vedi immagine 14).
A partire dal 1.9.1750 fu applicata una sovrattassa di un carantano portando la tariffa complessiva per porto per l’interno e per un lotto da 4 a 5 carantani. Solo quattro anni più tardi, tuttavia l’impopolare sovrattassa venne abolita con apposita risoluzione da M. Teresa.
Per favorire le attività commerciali le relative lettere vennero trattate come “ex off.o” e godettero della franchigia. Il trattamento di favore durò sino al 1763, ma venne mantenuto per quelle provenienti da Trieste, Fiume e Segna, a condizione che il mittente indicasse “Posta da Trieste”, “…da Fiume”, “…da Segna”.
Circa la casa della posta abbiamo notizie precise da Mons. L. M. Torcoletti (“Spigolando nel Passato di Fiume” ed. Scuola Tipografia S. Girolamo Emiliani, Rapallo 1951).
“… Nel 1766 si trovava nella Calle dell’Arco Romano in una casa attigua all’antico palazzo municipale. Dieci anni più tardi fu aperta nella casa Steffula, ora diroccata, all’ingresso della via XXX Ottobre. Sull’architrave del portone si poteva leggere la data del 1766 e si vedeva una colomba che portava un putto con una trombetta in bocca, simbolo della posta.”
Nel frattempo Trieste era stata elevata Sovrintendenza a scapito di Gorizia.
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(immagine 11) 8 novembre 1776 Il raro bollo in cartella V: FIUME su lettera del 1755, riprodotta nell’opera di F. Carlotto.
(immagine 12) 26.10.1761 Lettera da Fiume senza timbro di provenienza, nonostante l’obbligo introdotto nel 1751.
(immagine 13) Interno della medesima lettera.
(immagine 14) 1790 Lettera da Fiume con provenienza manoscritta quando il timbro di provenienza non era più obbligatorio.