IL BILINGUISMO AUSTOUNGARICO A FIUME ED ALCUNI RARI ANNULLAMENTI.
L’Impero Austro – Ungarico, data l’enorme estensione, comprendente numerose nazionalità diverse, dovette costruire la propria organizzazione sulla base della duttilità e della tolleranza. Ogni singola nazionalità, come noto, ebbe un peso differente a seconda della situazione economica.
La città di Fiume, ad esempio, che, in ragione della propria posizione e dell’importanza delle sue industrie, assumeva un ruolo importante per l’economia ungherese, ottenne l'autonomia di "corpus separatum" ed ebbe il suo rappresentante nella Dieta ungherese.
Anche la lingua poteva rappresentare un ostacolo per molti ed infatti, non erano infrequenti esempi di bilinguismo in varie situazioni della vita sociale.
Tutto questo fu valido almeno sino alla fine del secolo XIX°, quando lo Stato cominciò a censurare ogni espressione che avesse potuto essere identificata con le spinte nazionalistiche.
Nella città, abitata in gran parte da popolazione di lingua e cultura italiana, la Posta era uno dei gangli vitali dello Stato. Vi lavoravano un gran numero di immigrati ungheresi.
Essa utilizzava modulistica bilingue, allo scopo di poter soddisfare le esigenze delle tre etnie prevalenti, quella magiara, quella italiana e quella croata.
A volte i modelli erano formulati in ungherese ed italiano, a volte in ungherese e croato. Non erano infrequenti sgrammaticature e strafalcioni, in quanto i modelli erano predisposti a livello centralizzato, da personale ungherese.
Un esempio tra i più interessanti è quello del servizio vaglia. Nel modello qui riprodotto (fig. 1), nella sezione di sinistra, leggiamo, tra le scritte piccole sotto le scritte ungheresi i seguenti errori: “del in caricatore”, “Spacio per le notizie”, invece di “Spazio…”; “Bollo dell’ufficio pos-tale, invece di “po-stale”.
Nella sezione di destra si ripete l’errore “spacio” invece di “spazio”, a conferma della scarsa conoscenza della lingua italiana dell’estensore. Stendiamo un velo pietoso sul retro, dove sgrammaticature, errori di sintassi e strafalcioni abbondano.
I medesimi errori si ripetono su analogo modello bilingue di colore rosa anzicché verde (fig. 2).
Va detto che l’impegno a fornire all’utente di lingua italiana una traduzione è comunque apprezzabile e la cosa si ripete anche a proposito di alcuni rari annulli.
Sul modello verde è apposto il raro timbro ungherese a cerchio piccolo “Fiume Postautalvàny”, ovvero, “Vaglia postale” (fig. 03).
Si noterà che si tratta di un cerchio semplice di piccolo formato (23 mm.) che porta in successione verticale giorno, mese ed ultime due cifre dell’anno.
Se consideriamo che il tipo di oggetto postale è tutt’altro che comune e che questo timbro era utilizzato esclusivamente dal servizio vaglia, dobbiamo dedurne che si tratta di un annullamento raro.
Esso fu introdotto presumibilmente negli anni ’70, forse a metà del decennio ed ebbe vita piuttosto breve.
La letteratura filatelica non ne fa menzione, ma si può ritenere che il timbro sia caduto in disuso già a partire dal 1881 con l’introduzione delle nuove dotazioni dei vari uffici.
La versione in lingua italiana, anch’essa rara, ha caratteristiche analoghe, ma la scritta Fiume è in basso anziché in alto e la parola ungherese è sostituita da “Assegno postale” (fig. 04).
Cessato l’uso di questi rari timbri, sono propenso a pensare che il servizio si sia avvalso di normali timbri postali destinati a tutti i tipi di corrispondenze o servizi, ovvero di timbri in gomma con l’intestazione dell’Ufficio, come per certo avvenne a partire dall’occupazione interalleata del 1918 (fig. 05 - 06).
-------------------------------
Ringrazio in anticipo tutti coloro che vorrannno visitare il sito ww.fiumefil.com e mettere un like sulla home page o sugli articoli che riterranno più interessanti.
-------------------------------
Fig. 1 Modello di vaglia bilingue.
Fig. 2 Modello di vaglia bilingue.
Fig. 3 Particolare del modello con annulli in lingua ungherese.
Fig. 4 Particolare del modello con annulli in lingua italiana.
Fig. 5 Vaglia internazionale dopo l’occupazione interalleata.
Fig. 6 Retro del medesimo vaglia.